«L’eccellenza o l’inferiorità delle persone non risiede nei loro corpi o dipende dal loro sesso, ma dalla perfezione dei loro costumi e delle loro virtù». Christine de Pizan anticipava così, all’inizio del ‘400, nella sua opera La città delle dame, una corrente di pensiero che si sarebbe fatta strada durante l’Umanesimo e che avrebbe significato per le donne – o almeno, per una parte di loro – un miglioramento nelle loro prospettive di vita.
Alla fine del Medioevo la figura femminile si trovava in una posizione di netta subordinazione rispetto all’uomo, che fosse padre, marito o fratello. Tale situazione sembrò in qualche modo migliorare con l’avvento del Rinascimento: in tutta Europa, donne di nobili origini o meno lottavano per farsi strada da sole. A Firenze, culla del Rinascimento, artiste, musiciste, scienziate ma anche nobili e cortigiane, riuscirono a lasciare il loro segno in una società in cui l’emancipazione femminile era ancora molto difficile. Parleremo di pittrici, come Plautilla Nelli e Antonia Doni, di musiciste e cantanti, come Arcangela Paladini e Francesca Caccini e di poetesse, come Laura Battiferri. Racconteremo delle nobildonne Medici che, nel ruolo di committenti e mecenati, diedero vita a forme di matronage con altre aristocratiche in Italia e in Europa e, attraverso una fitta rete di corrispondenze, di scambi di informazioni e raccomandazioni, furono capaci di garantire a musiciste e artiste un sistema di protezione e promozione culturale al femminile.
Durata 2 ore
Prezzo della visita guidata €16, bambini dai 6 ai 12 anni €8
Auricolari €1,50
A cura di Cooperativa Archeologia in collaborazione con il Festival L’Eredità delle Donne
La prenotazione alle visite è obbligatoria
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