Acquistato nel 1550 da Cosimo I de’Medici e dalla moglie Eleonora di Toledo per trasformarlo nella nuova residenza granducale, Palazzo Pitti diventò ben presto il simbolo del potere consolidato dei Medici sulla Toscana. Visiteremo la Galleria Palatina, alla scoperta della “quadreria” dei Granduchi, una collezione straordinaria di opere che ancora conserva un allestimento che rispetta il gusto delle epoche passate: i quadri, di Raffaello, Tiziano, Rosso Fiorentino, Fra’ Bartolomeo, Caravaggio, Rubens, con le loro ricche cornici coprono infatti tutte le pareti delle sale, secondo la tradizione delle quadrerie secentesche. Negli spazi della Galleria d’arte moderna, Sala del Fiorino e Sala della Musica è ora allestita una mostra che indaga la storia del Ghetto ebraico di Firenze, esistito in città tra il Sedicesimo e il Diciannovesimo secolo. Il Ghetto fiorentino fu fondato nel 1570 da Cosimo I e da Carlo Pitti, come parte di un progetto di riordino urbano, e fu demolito tra il 1892 e il 1895. Per quasi tre secoli il ghetto è stato il baricentro dell’ebraismo fiorentino. In quanto proprietà privata della dinastia, esso costituisce un unicum assoluto in termini politici e amministrativi, come nel complesso intreccio della storia ebraica italiana, luogo di segregazione, ma anche fulcro di un importante microcosmo umano, culturale e spirituale.
Con attenzione verso la molteplicità dei pubblici e verso la necessità di abbattere pregiudizi e stereotipi, la mostra indaga il modo in cui la storia del Granducato si intreccia a quella della minoranza ebraica, facendo finalmente luce sulle vicende di un importante e finora poco conosciuto tassello della Firenze rinascimentale.
Durata 2 ore e mezza
Ingresso GRATUITO la 1° domenica del mese
Prezzo della visita guidata €16, bambini €8
Auricolari €1,50
A cura di Cooperativa Archeologia
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